Più che essere un libro sul calcio olandese in senso stretto, Brilliant Orange è un vero e proprio libro sull’Olanda. In poche settimane il “Caos” diventò quasi una squadra, con un qualche senso e una precisa formazione, dieci ragazzi rapidi e un poeta, con il suo fuoco, ma fino ad allora non avevano ancora incontrato un vero avversario. La squadra era formata da ragazzi attorno ai quindici anni, e la presenza di un uomo adulto fu considerata sleale. Pasolini si perse dentro quella confusione, anche lui divertendosi a seguire la partita in mezzo alla bolgia che si era creata. Presero un gol balordo, per colpa di Spino che si era distratto e non aveva fatto attenzione alla rimessa che lo Zoppo gli lanciò dal fallo laterale, cosi ché si infilò nel mezzo un ostiense, Duccio er Papale, che piazzò una botta a fil di palo, tra gli sfottò della gente. Segnarono il Catena, Montesano, due gol il Manetta e uno anche Pasolini.
La crisi ha causato solo il rinvio della ripresa della stagione 2013/14, dopo la pausa invernale, posticipata di due settimane ma portata a termine regolarmente. Pasolini era con il ristoratore Luigi Orlandi, detto Giggio, nuove maglie lazio e stavano facendo due chiacchiere al Bagno Ondina. Pasolini però non disperava. A fine agosto Pasolini prese accordi con una squadretta che giocava all’Ostiense. Pasolini trattò. Venne anche il Manetta. La Falck, al tempo nota come Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck, è una società attiva nel settore siderurgico con sede a Sesto San Giovanni ma con uno stabilimento anche a Vobarno. Distinti nord, costituisce lo spicchio orientale della curva casalinga ed è parte integrante del settore dei distinti. La discussione si alzò di tono e durò a lungo, finché non si decise, per essere alla pari, che per la parte ostiense avrebbe giocato il fratello di Filippetto Giordano, grosso come un armadio e di trent’anni, scaricatore ai magazzini generali. Filippetto Giordano, moscio moscio, pattuì con il Manetta la rivincita, ma perse anche quella, per 8 a 1. Poi fu la volta di un giro a Testaccio, 6 a 0 per il “Caos”, tondo tondo, 5 a 1 al posteggio dietro San Paolo, con la Garbatella. Sarebbe stata l’ occasione per tirature mostruose: i fratelli tipografi mi ricordarono – scioperando – che San Gionn l’ ha mai fa’ d’ ingann.
Sotto Halas, i Bears sono stati la prima squadra a sottoporsi a un tour di apparizioni pubbliche affinché i fan incontrassero la squadra e si entusiasmassero per la stagione. La partita si giocò il 30 agosto del ’54, e fu la prima di una serie di vittorie del “Caos”. La differenza è dovuta al fatto che sulle t-shirts personalizzate colorate occorre stampare un fondo bianco prima di stampare i colori, perchè altrimenti non sarebbero visibili su una maglietta personalizzata o una felpa personalizzata nera, ad esempio. Ha dato un calcione a Balotelli (che non è proprio un esempio di simpatia): invece di chiedersi il perchè ed il percome gli si commini la punizione commisurata e fine. Debuttò come portiere in A proprio con l’Udinese ma su di lui c’era poca fiducia. Voglio proprio vede’ i tuoi pischelli che sanno fa’ contro quelli dell’Ostia. Ed è proprio questo uno dei pregi migliori del libro. Diversi striscioni di benvenuto hanno salutato l’arrivo dei ragazzi di Piero…
«Sapete» diceva ai ragazzi sudati, «giocare a calcio è come dipingere, e come comporre poesie, scrivere un racconto. » disse Giggio dopo il racconto. Evra resta per una stagione agli ordini del successore Moyes, ma al termine di una stagione deludente, conclusasi con il settimo posto in Premier, saluta infine i Red Devils. Nel 1962-1963 viene centrata la promozione in Serie B, dopodiché a stretto giro arriva pure la storica promozione in Serie A, al termine del campionato 1963-1964. Al contempo si registra l’ingresso in organigramma dell’imprenditore Luciano Filiberti, patron della Argo (assieme al fratello Lucio), che nel 1964 assume la presidenza e la tiene fino al 1966, quando la rileva nuovamente Giovanni Borghi, che trasferisce la gestione societaria a Comerio presso il quartier generale Ignis. Il presidente diventa Teofilo Sanson, che idea nel 1978 un’inedita sponsorizzazione per la squadra, sulla cui divisa inizia a comparire il logo della “Sanson Gelati”, azienda alimentare di proprietà dello stesso presidente. Quel ragazzino, di cui al presidente Rizzoli sfuggiva il cognome e che Viani lo aveva convinto a comprare, si chiamava Gianni Rivera e di quei soldi spesi, Andrea Rizzoli, non si sarebbe mai pentito. «A Pa’, me pare che mo’ ‘semo forti davero, ma stamo a ggioca’ sempre co’ ‘sti du’ pischelli intorno a Monteverde.