Per quanto riguarda teca per maglia calcio ho una preferenza per i prodotti dei marchi elencati di seguito. Per la stagione 1980-1981, la divisa tornò a esporre il tricolore in luogo dello stemma che trovò spazio solo sulla manica destra. Nella stagione 2006-2007 tornò a campeggiare sulla maglia del club il tricolore – a distanza di diciassette anni dall’ultima volta – mentre la coccarda tricolore, simbolo della Coppa Italia conquistata nell’annata precedente, trovò spazio solo sulla manica sinistra. La casacca della stagione 1989-1990 fece segnare il ritorno del tricolore, che spostò il nuovo stemma sociale – ancora cambiato e più simile adesso a quello originario – sulla manica destra. La divisa per il 1963-1964 fu impreziosita dal tricolore, che celebrava il campionato conquistato l’anno precedente. Nella stagione 2003-2004 la divisa si caratterizzò per una generale predominanza dell’azzurro sul nero, soprattutto nella parte inferiore della stessa, mentre non ci furono grosse novità l’anno successivo. La maglia poteva presentare scollo a V nero, più o meno ampio, colletto nerazzurro o ancora colletto bianco e laccetti.
Dalla bandiera del Ducato di Milano venne presa a prestito la croce rossa su campo bianco che servì da ispirazione per il disegno della casacca distintiva della Società Sportiva Ambrosiana, nuova realtà calcistica nata dalla fusione con i rivali cittadini dell’Unione Sportiva Milanese – imposta dal regime fascista e mai realmente digerita – che ebbe tuttavia vita breve in favore di un ritorno al classico nerazzurro. Nel 1928, a seguito della fusione con i concittadini dell’Unione Sportiva Milanese – voluta dal regime fascista, che impose anche il cambio di denominazione in Società Sportiva Ambrosiana – la tradizionale divisa palata fu accantonata in favore di una maglia bianca con scollo a V crociata in rosso, sulla quale venne apposto all’altezza del petto uno stemma ovale con fascio littorio. Nella stagione 1929-1930 si ritornò alla maglia che aveva caratterizzato il club prima della fusione, con lo stemma della Milanese sul petto. Per la stagione 2005-2006 la squadra ha adottato il nuovo stemma sociale con decorazioni dorate, e anche le maglie da gioco hanno riportato la numerazione con cifre color oro.
Fu un periodo di grandi soddisfazioni sportive per la squadra che contribuì alla formazione di una divisa iconica, che infatti subì poche modifiche e non sostanziali fino al 1971, se si eccettuano il tricolore che tornò a campeggiare sulle maglie nella stagione 1965-1966 e la stella celebrativa del decimo titolo italiano in quella 1966-1967. Dal 1967-1968 sul petto rimase solo la stella. Nella stagione 1958-1959 comparve lo stemma societario sul petto. Dal 1932-1933 l’Inter tornò a usare la maglia che aveva indossato nei campionati 1927-1928 e 1929-1930, maglia calcio vintage senza lo stemma della Milanese. Dal 1981 l’Inter abbandonò il fornitore tecnico tedesco per legarsi all’azienda italiana della Mec Sport e le strisce tornarono leggermente più larghe. Esaurito il rapporto con l’azienda inglese nel 1998-1999, il club firmò un nuovo contratto con il fornitore tecnico americano della Nike, che esordì presentando una maglia sostanzialmente nel solco delle precedenti. Nel 1991 si registrò un nuovo cambio di fornitore tecnico dopo l’accordo con la Umbro: l’azienda inglese esordì con una maglia contraddistinta da un numero di strisce pari a sette, tre nere e quattro azzurre. Dal 1941 al 1946 venne usata prevalentemente una divisa a sei righe – tre nere e tre azzurre – mentre per il 1946-1947 fu usata una maglia con sette righe, tre nere e quattro azzurre.
Grazie Nicola, per aver dimostrato che sei anni di Shosholoza sono un curriculum di tutto rispetto, sulla testa, sulle gambe e sui polmoni. Gentiletti è al suo rientro ed è subito decisivo: è infatti grazie a un suo colpo di testa in mischia che i biancoazzurri segnano il gol che fissa il risultato sull’1-0 e permette alla Lazio di continuare la rincorsa Champions e a Gentiletti di regalarsi un ritorno da protagonista proprio nello stadio dove tutto era cominciato. Nella foto a sinistra, Alcide De Gasperi durante la cerimonia della posa della prima pietra al costruendo stadio di Fuorigrotta il 27 aprile del 1952. In alto, il San Paolo al tempo dell’inaugurazione senza le coperture in acciaio apportate successivamente per i mondiali di calcio. Dall’emblema distintivo della famiglia Visconti, fondatrice del Ducato di Milano – antico Stato dell’Italia settentrionale con capitale l’omonima città – deriva l’adozione tra i simboli societari di un biscione, declinato nel corso degli anni in varie forme più vicine a quelle di un serpente (che comparve per un breve intervallo di tempo sullo stemma del club) che non alla classica bissa storicamente legata alla città meneghina. La maglia della stagione 1979-1980 rimase invariata rispetto a quella dell’annata precedente, eccezion fatta per l’adozione di un nuovo stemma sociale all’interno del quale faceva bella mostra di sé un serpente.
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