Terza maglia per bambini Inter Milan 2020/21 - Inter - Serie ... Per spiegarmi, darò – anticipando le conclusioni – alcuni esempi: Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un “prosatore realista”; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un “poeta realista”. La fame per la vittoria. La Juve è sempre la Juve, ci sono squadre che hanno la vittoria nel DNA e la Juventus è tra queste. Io, innanzitutto, sono stato tifoso della Juve e per chi è come me, figlio di italiani emigrati in Australia, il bianconero è stato un simbolo che unisce una comunità. Indossare la Maglia Bianconera è stato un privilegio senza eguali. Se la affronti con possibilità di vittoria concrete – e io sono stato fortunato, mi è successo di prevalere più di una volta – vuol dire che il tuo valore è elevato. Ma la Juve è di più: è un valore ideale e morale, è quello stile che deve tantissimo alla classe degli Agnelli. La capacità di programmare e raggiungere gli obiettivi, la serietà dell’ambiente, uno stile di comunicazione rivendicato e riconosciuto (malgrado qualche inevitabile caduta) in tutto il mondo sono caratteristiche talmente rare, in Italia, da generare invidia e rancore: costringono infatti l’italiano medio a un confronto, e dato che l’esito del confronto è impietoso, la reazione sono le calunnie, le sistematiche accuse di furto, il doppiopesismo nella valutazione degli episodi di gioco, la completa indisponibilità a riconoscere il merito.

C’è un’ossessione per la vittoria, sempre, l’ossessione di rimettersi sempre in gioco, non c’è mai tempo per la soddisfazione, per festeggiare perché davanti c’è sempre la prossima sfida da vincere. Se giochi, sai che gli altri fanno il tifo per te, se non giochi fai il tifo per gli altri e sei contento se fanno gol. Il meglio – I gol di Adailton. Ora, però, tutto passa al vaglio della Roma, tornata a esprimere gran calcio, con una media superiore ai due gol a partita. La gestione delle sconfitte: tre finali di Champions, uno scudetto sfumato sotto la pioggia a Perugia due mesi prima dell’Europeo svanito al golden gol. Si fermarono in tre luoghi prima di giungere a destinazione; la prima volta nel Rhode Island, dove l’uomo alto con i capelli neri lavorò in una fabbrica tessile; quindi a Youngstown, nell’Ohio, dove passò tre mesi alla catena di montaggio d’una fabbrica di trattori; e infine in una piccola città californiana vicino al confine con il Messico, dove fece il benzinaio e si mise a riparare le piccole auto europee con un successo che gli riuscì del tutto imprevisto e gradito.

C’è un “perché” nascosto in tutte le cose che conduce ad un altro “perché”, il quale suggerisce un piccolissimo imprevisto “perché”, da cui scaturisce probabilmente un altro, nuovissimo e appena nato “perché”. Sono queste le partite che danno qualcosina in più, non devi andare a cercare nel fondo del barile le emozioni, perché escono naturalmente. Inizialmente ero scettica, ma poi mi sono detta: perché non provare? Qui si lavora tanto, perché tutti gli scudetti non è che li abbiamo rubati: è il lavoro, fino alla fine. Ciò comporta una grande responsabilità, perché ogni giorno devi rispettare il nome che porti. Nessuna e quindi partono sempre con grande vantaggio nelle classifiche di questo genere. Non ci fu niente da fare, l’Uruguay si portò in vantaggio e mantenne il risultato fino alla fine, vincendo a sorpresa e contro i favori del pronostico il titolo mondiale. Molto del consenso intorno a noi è il risultato dei successi nazionali e mondiali, nei quali inserisco anche i giocatori dati alla nazionale.

Un’eredità senza precedenti. Il più importante contributo in termini di giocatori donati alle vittoriose nazionali italiane. A un campione d’Europa non si può non chiedere: martedì sera si è avuta la dimostrazione di quanto gap c’è tra l’Italia e le nazionali migliori al momento o è solo una serata storta? «Ammazza Pa’, quanto sei gajardo. Abbiamo avuto anche il Napoli alla fine degli anni Ottanta, poi un po’ le romane, però alla fine la lotta si è sempre fatta soprattutto con la Juventus per quanto riguarda i campionati, e con l’Inter per la rivalità storica della città. Per questo non ho mai tifato contro i bianconeri. È la maglia di Baggio, è la maglia del trionfo contro il Real Madrid. L’avversaria più forte e, insieme, una patente di grandezza. Il suo nome è il migliore, il suo nome è il più forte. 10.57: “Parlando con la famiglia Marzotto, possiamo avere la R come sponsor. Sebbene presentino i loghi e i colori del club, possono avere dettagli leggermente diversi e tessuti di qualità inferiore. Indossare quei colori significa lasciare il sangue ad ogni allenamento e ad ogni partita. Ogni partita migliora: è un fuoriclasse assoluto.

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